Zona rossa – giorno 14

Per fortuna, lavoro. Almeno mi passa la giornata! I sabati e le domeniche sono interminabili!!! O ti trovi qualcosa da fare p muori di noia!
Chissà come sarebbe stata questa emergenza se non avessimo mai avuto problemi di reperimento delle mascherine!
Certo è che abbiamo compreso di essere un popolo coglione, non abituato a seguire le regole, ma ad aggirarle. Ci sono voluti gli inasprimenti di pena per convincere un’altra buona fetta di gente a non andare a spasso, a non andare a correre (erano diventati improvvisamente tutti podisti), a non uscire per delle bazzeccole.
Siamo una massa di ignoranti: ci meritiamo di estinguerci.

Se ne usciremo, occorrerà riflettere sugli errori commessi sul lato politico, ma anche  mandare a scuola taaaaaanta gente!!!!

Zona rossa – giorno 13

Che brutto avere a che fare con gente frustrata ed incapace! Gente che sta gerarchicamente sopra di te, e invece chiede a te il da farsi.
Io sono e faccio la semplice impiegata. Con tanto di misera paga. Statale. Volete sapere a quanto ammonta, dopo 30 anni di servizio? 1300 euro mensili. Milletrecento. E trent’anni di anzianità. Che a niente servono: da quando, una decina e passa di anni fa, col Governo Berlusconi, l’allora ministro Brunetta (quello bassissimo, ve lo ricordate?) impedì ai non laureati di fare carriera nella pubblica amministrazione. Da allora, per scalare le vette, ci vuole la laurea. E magari, anche delle buone amicizie. E se vuoi entrare nell’olimpo delle vette, anche una tesserina tipo ‘fidaty’ non sarebbe male, anzi!

E così, con uno stipendio che mi vergogno a dirlo, anche se sono loro che dovrebbero vergognarsi a darlo, io vorrei fare solo e soltanto il mio lavoro. E’ chiedere troppo? No, perché se chiedi troppo, è sfruttamento. Perché se pretendi da un infermiere che faccia il lavoro di un medico con la paga da infermiere non è corretto. E’approfittarsi della posizione di comando.

Sapete, avrei potuto fare i turni di reperibilità, all’epoca, quando mi è stato chiesto. Ma credo sia onesto misurarsi. Non ero adatta. E ho rifiutato.
Penso che le persone dovrebbero ripartire con più gesti di umiltà e onestà.
Se quel lavoro non non lo sai fare, ma ti compete, cambia lavoro.
Se l’idraulico sa già che non può fare 80 lavori in una giornata, non deve dire di sì a tutti per ‘legarsi’ i clienti.
Se prendi un ordine e sai benissimo che non c’è disponibilità, dovresti avvertire prima.

L’Italia dei furbetti deve finire. Anche cominciando da queste piccole cose.

Zona rossa – giorno 12

Smart working. O ‘lavoro agile’, che dir si voglia.
Da un giorno con l’altro, ho approfittato di questa opportunità e mi sono trovata a dovermi organizzare un ufficio a casa, coi miei soli mezzi. E con la capa che era visibilmente contrariata dalla mia richiesta. Il perché, non lo so, tanto che poi lo sta facendo pure lei….
Lo smart working fa lavorare di più (quando hai lavoro). C’è l’ansia da prestazione, il senso di colpa perché stando a casa quando si potrebbe pensare che non fai niente…
In più, ho una capa che appena schiaccia il bottone ‘invio’ per inviarti una mail, il  minuto dopo ti chiama per chiederti se l’hai letta… Ansia!!!
Così, senza nemmeno una pausa caffè programmata per staccare, senza avere nessuna collega d’ufficio con cui fare due chiacchiere, sei più concentrata sul lavoro.
Talmente tanto, che io a fine serata sono stanca. E mi addormento all’inizio dei programmi di prima serata!
Ma almeno, ti passa il tempo!
Mica come il sabato e la domenica, quando lo stesso togli il pigiama e indossi la tuta e poi…che fare??? Non posso nemmeno prendere il sole: sul mio balcone fa la comparsa un’oretta, di mattina, di sbieco, e ciao! Saluta la vitamina D.
Da qualche giorno a quest parte, a metà mattina mi chiama una mia ex collega: ci facciamo un caffè nelle rispettive cucine, ce lo beviamo mentre facciamo due chiacchiere che spesso riguardano pure il lavoro, e ci salutiamo.
Questa quarantena mi butta talmente giù che ho poca voglia di fare chiacchiere. Per dirsi cosa? Che il coniglio non ha ancora imparato ad usare la vaschetta?!
Voglio la mia vita di prima!!!!!

Zona rossa – giorno 11

Parecchie colleghe lamentano nervi a fior di pelle dovuti agli “arresti domiciliari”.
A me basta leggere le mail stamattina per sversarmi la giornata!!!
La mia ASST ha inoltrato un file di excel per farci rendicontare la nostra attività lavorativa giornaliera in smart working..
Con tutti i problemi che ci sono, questi pensano a farsi rendicontare il lavoro, togliendoci ogni briciolo di fiducia! Come se invece, stando in ufficio, non potessimo farci i cavoli nostri. Come se stando da casa lavori meno. In realtà, mi sembra di lavorare di più, di vivere un perenne stato d’ansia da prestazione.
Col momento che stiamo vivendo, con colleghi amministrativi positivi (eh, ma agli amministrativi perché dare mascherine? Mica lavorano coi malati!).
Invece di concentrarsi sugli eroi che abbiamo: medici, infermieri, oss, ota, tecnici di laboratorio, tecnici radiologi, e dargli tutto ciò di cui abbisognano. Invece di cercare di alleviare un po’ del loro lavoro, magari togliendogli proprio il lavoro amministrativo dandocelo a noi, o mettendo noi a rispondere ai telefoni, che ne sò….!!!
No: rendicontiamo giorno per giorno, ora per ora.
Ma andate affanculo!

Zona rossa – giorno 11

Eh no. Oggi non ce la faccio.

Il mio numero d’ufficio ha la deviazione di chiamata sul mio cellulare.

peccato che il mio numero d’ufficio fosse quello del reparto di Medicina 1.

Durante la mia pausa pranzo, interrotta piú volte, ricevo la telefonata composta e dignitosa di un figlio che cercava informazioni sul padre portato questa notte in ospedale e che dovrebbe essere stato ricoverato. Spiego il disguido (accidenti al centralino!), cerco i numeri dell’ufficio Accoglienza, non sapendo se fosse stato istituito un apposito numero, che provo a cercare, in intranet e in internet, senza successo, e me ne scuso.

dall’altra parte del telefono, una voce educata ringraziava, e io mi sono sentita tanto impotente.

Avrei voluto augurargli ogni bene. Ma avevo già il groppo in gola.

Zona rossa – giorno 10

Per fortuna, un pochino ino ino di lavoro c’è l’ho. E lo centellino tra mestieri di casa, letture, ginnastica.
oggi mi sono messa a tirare a lucido…la mia aspirapolvere! E le ho ordinato i filtri. Originali: trattiamola bene.
Tende? Lavate.
Vetri? Lavati.
Divano? Lavato.
Cucina? Pure.
Vabbé, allora taglio le unghie al coniglio. In effetti, le aveva lunghe te, e faceva casino quando zampettava per casa. Domani lo spazzolo.

per pranzo mi so fatta la pizza: l’ho stesa troppo ed é venuta troppo sottile. Poi mi mancava la mozzarella e vi ho messo le sottilette: non l’avessi mai fatto!

i canti al balcone di oggi vedono poca partecipazione. Ci stiamo ammosciando. Le dirette Facebook dei vari artisti sono impedite dalla mia banda, così opto per la tivù. Fanno Pechino Express. Lo vedo dalla prima puntata, eppure lo lego al mio ricovero per polmonite da legionella. Mi teneva compagnia e mi faceva fantasticare di visitare posti esotici.

prepariamoci ad un’altra giornata di quarantena…

Zona rossa – giorno 9

Oggi per me comincia la mia quarta settimana di quarantena. La terza in Smart working. E inizia com’era iniziata settimana scorsa: con un’altra psichiatrica che ci scrive e pretende…di oscurare tutto.

oggi é anche una giornata speciale: esco a fare la spesaaaa!!! Così mi preparo l’autocertificazione (ma chi l’avrebbe mai detto che un giorno mi sarei dovuta fare la giustifica per uscire??!!), e munita di guanti, mascherina ffp3 usata e riusata, vado al supermercato. Devo fare la spesa per me é una conoscente a casa in quarantena vera perché positiva. Lascio la spesa per terra, al portone, arriva il figlio (positivo anche lui), mi da i soldi (fortuna che avevo i guanti) e tanti saluti.

in giro gente sulle panchine, al parco, a fare jogging, mentre abbiamo saturato i posti in rianimazione. Incoscienti!!! Anche su Facebook leggo di altrettanti pazzi in giro. Forse non dovremmo promuovere tanta positività. Proporrei di cambiare l’hastag #andrátuttobene con #andrátuttostretto, tanto per ridere un po’ ma togliere l’idea, la percezione che possiamo cavarcela così a buon mercato.

Dopo più di una ventina di giorni a casa, mi facevano male i tendini a cambiare le marce dell’auto!

Riprendo a lavorare, attività quasi inesistente, continuo a leggere ‘Furore’,  rispondo a qualche messaggio, provo a saltare la corda… poi finalmente arrivano le h.18: tutti fuori a cantare! E finalmente, il secondo gruppo di ‘animatori’ mette In William survive”: si ballaaa!

…peccato che fuori ci fossero tre gatti spelacchiati. Un flop. Stasera non ho fame. Ormai mangio piú per golosità… quando sento una musica fuori… mi affaccio: ma sì, é la sigla di Topolino!

Prendo la torcia, mi faccio vedere, saluto, non ci provo a cantare:  sono stonata e ho la voce debole. E poi basta con st’inno! Mi accingo a lavare i piatti quando suona il telefono. A volte, non tutti i mali vengono per nuocere! Il coronavirus mi sta dando, paradossalmente, tante opportunità, come quelle di sentire un vecchio amico! É stato bellissimo e mi ha fatto un immenso piacere. E a volte ti accorgi che è proprio vero: il passato non passa. Basta volerlo.

Zona rossa – giorno 8

E’ domenica. L’offerta televisiva fa proprio pena, così finisco la serie che stavo seguendo su Netflix, Virgin river, carina, un classico sentimental-romantico, tra una telefonata e l’altra. Se da un lato, abbiamo tutti voglia di comunicare con qualcuno, dall’altro non sappiamo più cosa dire, non ci sono novità, comincia a calare un po’ di apatia…
Qui di fronte si sono organizzati con uno sventolio di tricolore e delle belle casse e alle ore 18 di ogni giorno richiamano la gente suonando le pentole, padelle, e qualsiasi altro oggetto per richiamar l’attenzione e farsi sentire dalle abitazioni circostanti, ancora con le finestre chiuse visto le temperature non ancora miti. Poi partono con le solite 3 canzoni: Il cielo è sempre più blu (ma non hanno capito che non fa presa), Azzurro (già andiamo meglio ma solo nel ritornello) e l’inno d’Italia (bene, ma solo la prima parte che sanno tutti). Quest’oggi fa concorrenza un gruppetto dei palazzi di fronte, anch’essi con casse a palla, ma incredibilmente, ribattono quelli di una cascina ristrutturata che sta alle spalle e con i solo vocioni reintonano l’inno. Sembriamo scemi, ma almeno si fa qualcosa!
E si bissa alle ore 21, con l’aggiunta delle torce per farsi vedere.

Non posso fare a meno di pensare che, quando si tornerà alla normalità, magari manco ci guarderemo in faccia, continueremo a non salutarci come non ci siamo salutati fino al giorno della quarantena, etc. Siamo animali sociali ma pur sempre…milanesi imbruttiti!

Zona rossa – giorno 7

In realtà, per me si chiude la terza settimana di quarantena. Oggi però é sabato e non lavoro. Non ho voglia di fare i mestieri, dovrei centellinare i prodotti specifici almeno fino a lunedì, quando proverò a fare la spesa, ammesso e non concesso di trovare le file pazzesche. Spero di avere fortuna. Chi l’avrebbe detto, il mese scorso?

E così, tra gli innumerevoli compiti di inglese, la cucina e le pulizie, vengo intervallata da tante telefonate, addirittura da videochiamate: che bello vedersi, anche se solo in video!

Tutti in tuta, sfatti, manco pettinati, figuriamoci se truccati (le donne)! Riprendo una serie Netflix e vengo interrotta questa volta da auto della polizia che coi megafoni invitano a stare tutti a casa, e dopo un po’ vengo nuovamente interrotta da rumori che arrivano da fuori. Mi affaccio dal mio balcone al quinto piano: più in basso, da una villa multifamiliare, piú terrazze hanno affisso la bandiera italiana e cantano “Azzurro”. Con un po’ di imbarazzo, mi aggrego. Poi l’inno d’Italia è ancora azzurro, poi ci salutiamo tutti, anche quelli del palazzo e di fronte, e ci si da appuntamento per domani, stessa ora.

E con questo, se c’è qualche superstite che legge, vi salutò e vi rimando a domani.

Zona rossa – giorno 6

Iniziano a diminuire drasticamente i livelli dei detersivi, candeggina e ammoniaca. Mi tocca darmi una calmata con le pulizie extra, sennò non ne avró più per quelle ordinarie, e vorrei tirare ancora qualche giorno prima di uscire a fare la spesa, anche perché ci sono file folli, fuori dai supermercati, e noi dobbiamo fare la spesa nei punti piú vicini. Anche se vicino a me ci sono solo negozietti e piccoli supermercati cari.

Oggi ho fatto quasi niente di ginnastica né di lavoro. Per combattere la noia, ho telefonato a mamma, sorella, due zie, un amico e un’amica, tre colleghe e….e niente: mi annoio! Vivo fasi alterne. Ogni tanto mi affaccio al balcone, per respirare aria fresca e sperare di veder qualcuno in lontananza che mi faccia capire che non sono l’unica sopravvissuta. Nel frattempo, ho pure fatto la mia prima Apple pie e devo dire che, per essere la prima, non é nemmeno male!

Per fortuna ho la linea internet, sennò con la sola offerta ti mi sarei tagliata le vene!

#iosperiamochemelacavo

#iorestoacasa

#litaliachiamó

Zona rossa – giorno 5

Oggi finisco i mestieri cominciati ieri.
Lavorativamente parlando, ho poco e niente da fare.
Provo qualche esercizio ginnico, ma mi stanco subito.
Magari mi metto a fare una torta alle mele, ne ho a decine!

Oggi è più difficile degli altri giorni, la solitudine prolungata si fa sentire, e il telefono non mi basta. Finisco anche gli esercizi di inglese, leggo qualche pagina di ‘Furore’, ma non passa. Oggi non passa proprio!

Zona rossa – giorno 4

Oggi sono reattiva. Fanculo al virus, oggi mi sento energica, ho bisogno di uscire a prendere una boccata d’aria e fare la spesa. Approfitto della pausa pranzo, metto guanti e mascherina, prendo l’auto e vado verso il supermercato. Non credo ai miei occhi: c’era una fila di gente col carrello che arriva fino al parcheggio! Non ci penso nemmeno a mettermici pure io. Piuttosto vado alla piccola Coop, che é cara, ma vedo che non ha fila fuori e quindi faccio un po’ di spesa. Una busta piena: 50 euro! Li mortacci!

Vabbé, é una bella giornata e ne approfitto per tirare giù le tende, lavarle, lavare tutti gli infissi, i vetri, rimettere le tende. E siccome non mi basta, ho bisogno di risentire il mio corpo, mi metto a fare un po’ di ginnastica. Questa é la terza settimana che sono a casa, e la muscolatura mi sta lasciando, sento fatica per qualsiasi sforzo, fosse anche fare una scalinata.

E giusto per non buttare via il tempo, sto seguendo un corso di inglese su dvd, facendo i compiti, leggo, fantastico nuovi tour USA da fare.

Insomma, non mollo. É dura essere isolata da sola. É vero, c’è il telefono, ma non é la stessa cosa…

Oggi l’OMS ha dichiarato la pandemia. Abbiate cura di voi. Non uscite, se potete. E se proprio dovete, mettete guanti e mascherine, lavatevi spesso le mani, mantenete una distanza di un metro con le altre persone. Non prendetela sottogamba. Io una brutta polmonite l’ho già fatta, non vorrei fare il bis!

Zona rossa – giorno 3

Dopo un comunicato a reti unificate di ieri sera del Presidente del Consiglio Conte, ci svegliamo in un Italia tutta interamente zona rossa. O per meglio dire ‘protetta’, o ancora, per alcuni, arancione.

Io continuo la mia seconda settimana di telelavoro, o ‘lavoro agile’: per gli esterofili: smart working. E devo dire che l’ansia da prestazione non mi è ancora passata, è un po’ come se dovessi sempre, costantemente dimostrare che io ci sono, non sto facendo la furba, lavoro. Lavoro… Con questa emergenza il mio lavoro è calato drasticamente. Lavoro ad un paio di cose, corsi e verifiche, che sono giocoforza slittati a maggio e settembre, per essere ottimisti. Quindi…non ho molto da fare, onestamente. Potrei ‘ripassare’ un po’, effettivamente. Ma leggere vagonate di pagine al pc mi riesce male. Quando mi devo concentrare su qualcosa preferisco la carta, il poter sottolineare, scrivere appunti….

Diventerò ancora più grassa di quello che sono. Non mi fido tanto ad uscire, incrociare persone è un attimo. Ed è un doppio bene evitare l’ascensore: evito contagi e faccio 5 piani di scale a piedi!
Volevo scaricare un’app per fare ginnastica a casa, ma….sono tutte a pagamento!!!
Lo scorso anno avevo l’imbarazzo della scelta e tante o quasi tutte gratis! Ora avranno fiutato il businness.

Inoltre, non so perché, mi arrivano sempre pubblicità di tapis roulant…un messaggio subliminale?

Zona rossa – giorno 2

Oggi è il primo giorno lavorativo in zona rossa.
Sono in smart working dalla scorsa settimana, e come tutte le mattine, mi alzo un po’ più tardi, accendo il pc (più per scaramanzia che per altro: metti che non funziona, mi tocca andare in ufficio in ospedale, il luogo meno salubre attualmente), bevo il caffè e leggo quel paio di mail che mi sono arrivate.

E’ tutto rimandato a tempi migliori, quindi…ho poco da fare. Ripasso qualcosa, gironzolo in rete, e aspetto che termini l’orario di servizio per andare a fare scorta di verdure per il mio coniglio. Oggi andrò in un’azienda agricola: non che possa fare chissà quale scorta, ma almeno spero sia più fresca rispetto a quella del supermercato dove vado. E magari incrocio meno gente.

Oggi la Lombardia è chiusa, insieme a 11 comuni. E’ incredibile: la Regione più attiva…
Però, pensa se fosse successo al Sud, dove le strutture ospedaliere sono meno distribuite che qui. Dove abito, nel raggio di pochi km non conto gli ospedali che ho: il Sacco di Milano, quello di Garbagnate (c’era anche quello di Bollate ma l’hanno chiuso), quello di Passirana, di Rho, di Paderno Dugnano, di Saronno, e ancora quelli di Milano, di Legnano, di Magenta… Non possiamo lamentarci!

Con la direttiva del Consiglio dei ministri di ieri, 8 marzo 2020, penso che prorogheranno la durata dello smart working. Tanto, sempre in ‘isolamento’ dobbiamo stare…. Però è una rottura… a volte cerco una voce amica, un caffè preso virtualmente insieme…

Se volete favorire…

Zona rossa – giorno 1

É domenica, mi sveglio presto, accendo la tv e vengo a sapere che la Lombardia passa in Totò a zona rossa. Non solo: da ieri sera c’è l’assalto ai treni per scappare da qui, perché qualche giornalista idiota ha pubblicato il provvedimento non ancora varato. Immaginiamo cosa vuol dire spostare migliaia di persone dirette in ogni dove, alcune delle quali potenzialmente positive, e pensate a tutte le persone con le quali hanno scambiato magari anche solo una frase….. Ci meritiamo l’estinzione per eccesso di stupidità.

La giornata non è bella, il sole non fa capolino e l’aria é freddina. Sarei dovuta essere a Maiorca da ieri, e invece eccomi qua, nella zona rossa. Mannaggia al Coronavirus e a chi l’ha inventato!

Ed é passata la seconda settimana che sono a casa. Ieri ho fatto una passeggiata, e oggi mi fanno male persino i muscoli delle gambe! Cerco un’app per fare esercizi fisici a casa: incredibilmente, ora sono tutte a pagamento!!!

Non ho molta voglia di uscire, e invito una cara amica a pranzo, che per tutto il tempo che é stata a casa mia pareva fare un balletto per evitare di sfiorarci, di stare vicine. Mah!

I posti nelle rianimazioni stanno finendo. Io spero che proroghino lo Smart working, perché non vorrei proprio rientrare a lavorare (in ospedale!), troppo rischioso.

Comunque, bisogna che l’italiano medio faccia un salto di qualità intellettuale. Sennò é tutto inutile.

P.s.: buona festa delle donne! Non ho mai festeggiato per motivi vari e spero che quest’anno siano rimaste tutte a casa!