Un’intera classe politica di incapaci

Da destra a sinistra, passando per il centro. Non salvo nessuno. Non faccio sconti, né simpatizzo.

Avete portato un Paese RICCO (siamo nel G8, eccheccazz), con eccellenze in tantissimi campi, un PATRIMONIO CULTURALE ed ARTISTICO che il mondo ci invidia e che copre una percentuale pazzesca di beni, che solo a voler vivere di turismo ed indotto dovremmo alzare il PIL di non so quanti punti di percentuale, e invece…

Invece ci troviamo un Paese che ha svenduto e sta svendendo i gioielli di famiglia.
Le industrie tessili quasi azzerate; quelle agricole, coi marchi nazional-popolari in mano a Società straniere. Quelle di automobili, scappate all’estero.
La Fabbrica (ex) Italiana di Automobili sita (una volta) a Torino, che non produceva solo auto e che aveva interiorizzato altre fabbriche di veicoli, comprando, inoltre, l’antagonista storica Alfa Romeo, per due lire, complice come sempre la politica, da cui si dice abbia sempre avuto sovvenzionamenti ed aiuti (dietro velati ricatti di messa a casa di migliaia di dipendenti). Cornuti e mazziati: produce ora all’estero e non è più l’unica fornitrice per le aziende statali (a proposito di aiuti: bella riconoscenza).
Le piccole imprese faticano, ma i politici non sanno che pesci prendere per aiutarle.
Solo slogan, slogan e ancora slogan.
I soldi (nostri) vanno in tanti, fumosi, inutili, progetti: da quello per sollevare il turismo in Italia (non c’è bisogno di app che manco funzionano!!!! L’Italia quella bella si fa pubblicità da sola! Serve un pacchetto funzionante! Aerei, collegamenti, mezzi pubblici funzionanti! E non per la singola città, ma che si spingano oltre, verso il territorio circostante, verso le altre città di bellezza e cultura).

Avevano un gioiello nelle loro mani, non hanno saputo fare un cavolo.
I giovani, i nostri giovani, scappano. E loro parlano, parlano, parlano. Senza andare a fondo del problema, capirne le cause e cercare rimedi (concreti).
I giovani scappano non perché gli piaccia andar via di casa, lasciare famiglia e paese per andare all’estero. Scappano perché le condizioni nostrane fanno cagare. Scappano perché gli stipendi sono offensivi, sia per chi si è fatto il mazzo a studiare, sia per chi rifiuta uno stipendio il cui minimo sindacale è una vergogna. Scappano, e fanno bene. Perché qui non c’è la meritocrazia. Un dirigente che conosco bene, un inetto, incapace ma super-raccomandato, non è stato licenziato ma spostato ad altra sede, andando a guadagnare di più! Perché così si fa: si spostano i dirigenti incapaci perché non possono licenziarli. Vanno a far danni altrove.

E mi fermo qui, perché il discorso è lungo e mi fa arrabbiare.
Però rimane il mio disgusto per questa classe di incapaci. Basta guardare come hanno gestito l’emergenza Covid. Ci meritiamo di meglio!
Ma siamo incastrati in un sistema fermo e a cui fa comodo L’IGNORANZA della gente, la disaffezione alla politica.

SISAL

Tempo fa, decisi di scaricare l’app della Sisal, versarci 10€ e giocarmele tutte, con la promessa di chiudere l’app non appena fossero finiti i soldi.

Magari sembra una cosa di poco conto, ma vengo da una famiglia che ripudia i giochi coi soldi, le scommesse, etc. Si narra di un avo che si giocò una fortuna alle carte…

Ebbene, il gioco crea dipendenza, e questo lo sappiamo tutti. E la Sisal credo sia la società che gestisce i giochi e le lotterie per conto dello Stato italiano. Dovrebbe quindi tutelare davvero, e non per finta. Invece, si pulisce la coscienza con tanto di avvertimento bla bla bla e poi fa di tutto per tenerti ancorato al suo sito, accreditandoti anche qualche decimo di centesimo pur di farti continuare a giocare tutti i giorni.

Finiti i miei 10€ che non hanno fruttato niente, come immginavo, disinstallo l’app. Dopo parecchi mesi, oggi mi arriva una mail dalla Sisal che mi comunica l’accredito di ben UN euro, per farmi continuare a giocare.

Alla faccia di tutte quelle persone che si sono mangiati stipendi e pensioni, e che ora stanno combattendo la loro battaglia contro la ludopatia.

UN NUOVO LAVORO

Dopo le peripezie che ho già raccontato, riusciamo a spuntarla e ad ottenere l’agognato trasferimento di ufficio/sede/lavoro. Fanculo a chi voleva assolutamente ‘spingere’ la sua beniamina! Stavolta ho vinto io, lecitamente, lealmente, dopo sette anni (7!) di domande di trasferimento.

E’ tutto nuovo, tutto da imparare, in questa specie di unità operativa sanitaria ed io unica amministrativa. Sono qui da quasi 4 mesi, e ancora non credo di avere imparato e assimilato tutto. I colleghi (infermieri e dottoresse) sono splendidi, comprensivi, pazienti. Sembra di stare in una fiction tanto non mi sembra vero!

Io mi sto facendo il mazzo per imparare più in fretta possibile ed essere autonoma. Ho trascritto i miei appunti in digitale, imparo ogni giorno ma ogni giorno insegno anche. E questo è gratificante.

Al mattino, i colleghi sembrano tante api operaie: si preparano il lavoro e poi lo svolgono, in maniera tanto professionale quanto empatica verso utenti spesso fragili.

Se tutti lavorassero con la loro coscienza, umiltà, empatia, sarebbe un mondo migliore!